Il 26 maggio, alle ore 20, "L'uomo carbone", spettacolo di contact improvvisation teatrale, per la regia di Federica Vicino, del Teatro Sociale di Pescara verrà replicato, per la prima volta, in Belgio, nel luogo del disastro umano di Marcinelle, evento che sta dietro l’accordo a cui fa riferimento il titolo, ovvero il trasferimento di un gran numero di italiani a lavorare nelle miniere belghe all'indomani della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1946, infatti, l’Europa uscì dal disastroso confilitto con l’economia in tracollo. Il Belgio aveva assoluta necessità di riavviare l’attività estrattiva, uno dei traini del proprio sistema economico, ma era praticamente privo di manodopera a causa delle ingenti perdite di vite umane causate dalla guerra. L'Italia, invece, era afflitta da miseria e disoccupazione sopratutto nel centro-sud, oltre che dalla perenne mancanza di quelle materie prime necessarie all'industria metallurgica, di cui il Belgio, invece, è da sempre ricco.
Quindi iniziarono le trattative con l’Italia. Il Primo Ministro belga Van Hacker propose al Governo italiano guidato da Alcide De Gasperi un accordo che prevedeva rapporti di interscambio, la cui voce più significativa riguardava la possibilità dell’impiego di manodopera italiana (giovani al di sotto dei 35 anni e in buono stato di salute) nelle miniere belghe. Il Belgio, come contropartita, garantiva all’Italia almeno 2.500 tonnellate di carbone all’anno, ogni 1000 operai inviati.
Il 23 giugno, si arrivò alla firma del Protocollo d’Intesa e si promosse una politica attiva riguardo all’emigrazione. 2000 uomini alla settimana, 50mila italiani in un anno, partirono per andare a lavorare, principalmente a Bois Du Cazier, a Marcinelle, vicino Charleroi.
A coloro che facevano domanda di emigrazione veniva comunicato che il protocollo italo-belga prevedeva una base salariale comune per minatori italiani e belgi, oltre che un regolare trattamento pensionistico e sanitario e il diritto agli assegni familiari, anche per i componenti delle famiglie rimaste in Italia. Non furono rese note, però, ai minatori provenienti dall’Italia, le clausole riguardanti tempi e modalità del loro impiego. E, in particolare:
- la clausola che impediva la rescissione del contratto prima di un anno di lavoro continuativo in miniera, pena la detenzione;
- il mancato rinnovo del passaporto, in caso di rinuncia all’accordo;
- l’impossibilità di cambiare lavoro prima di aver svolto 5 anni continuativi di lavoro in miniera.
L’08 agosto del 1956, ci fu la tragedia agghiacciante che pose termine all’accordo. Una delle tragedie più terribili della storia del lavoro.
Il Teatro Sociale di Pescara, dedito alla rievocazione di tematiche legate al teatro civile e di denuncia, ha quindi allestito "L'uomo carbone" uno spettacolo significativo sopratutto per il fatto che, delle 136 vittime della tragedia di Marcinelle, 60 erano della provincia di Pescara. La pièce, scritta da Michele Di Mauro, Marco Finucci e Federica Vicino, è già stata rappresentata varie volte in Italia e, data la particolarità dell’evento, sarà allestita in Belgio in lingua italiana (anche se, per chi vorrà, è prevista una versione cartacea tradotta in lingua francese).
La storia narra la vicenda di due fratelli che si sono trasferiti a lavorare nella miniera all'indomani della morte del padre, che si era recato a lavorare nello stesso luogo a seguito dell'accordo "L'uomo carbone"... poi lettere alla famiglia, amicizie, speranze e delusioni; infine, l'immane tragedia. Tanto dolorosa per chi l'ha subita quanto per chi è rimasto ad attendere il ritorno di qualcuno!
Nei panni dei due fratelli protagonisti della vicenda, ci sono Pierfrancesco Leone e Massimo Leone. A loro si affianca Davide Clivio, nel ruolo del capo miniera, e poi ancora Nicky De Chiara, Michele Di Mauro, Pino Cifaratti, Lorenzo Mazzocchetti, Rita De Bonis, Lina Bartolozzi, Denise De Luca, Rossella Remigio, Giorgia Starinieri, Marika Liberatore.
L'evento a cui il TSP è stato invitato a esibirsi con il suo spettacolo il 26 maggio, in Belgio, è una tre giorni rievocativa organizzata dall'amministrazione di Charleroi, grazie anche al sostegno dell'Associazione "Minatori vittime del Bois du Cazier 08-08-56 - Lettomanoppello", presieduta da Nino Domenico Di Pietrantonio, il comune di Manoppello e la provincia di Pescara.
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